Le Mans 2017

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Pochi chilometri previsti, poco più di 3000, attraverso Italia, Svizzera, Francia,
Spagna, quindi un viaggio semplice sulla carta. Sappiamo bene che ogni km fatto
con le nostre vecchiette è un traguardo, ma nonostante questo partiamo “leggeri”.
Abbiamo con noi gli attrezzi necessari per smontare e rimontare le nostre moto, e
anche quelle del nostro compagno di viaggio Andrea. Non pensiamo però alle
difficoltà semplici. Questo perché siamo in zone che riteniamo civili, siamo in
mezzo ai paesi, se dovesse servirci un meccanico o un gommista, in ogni punto
del nostro viaggio, non dovrebbe essere lontano. Niente di più falso.

Ma il viaggio raggiunge comunque il suo apice, mentre arriviamo Le Mans. Tutto
intorno alla cittadina c’è il circuito de la Sarthe, utilizzato per la 24 ore di
endurance, la mitica gara che si svolge ininterrottamente dal 1923. L’ambiente è
fantastico, tantissime persone che camminano a piedi, o con i più svariati mezzi
verso l’evento MotoGp, che quest’anno correrà nel circuito Bugatti.
Venerdì, sabato e domenica di motori. Quelle che ci piacciono di più sono le
Moto2, sulle quali notiamo studi aerodinamici estremi, cosa che sulle moto della
categoria regina non si fa più vista l’elevata potenza. Siamo in una tribuna che ci
regala molti sorpassi e un tratta di curve consecutive che lasciano senza fiato.
Vincerà Maverick Vinales, dopo una splendida lotta con Johann Zarco, padrone di
casa.

Al termine del gran premio via di fretta: tra circa 48 ore la nostra nave partirà da
Barcellona per riportarci a casa.
Ed è in questa parte di viaggio che la Francia si dimostra scomoda per i
motociclisti, soprattutto di lunedì pomeriggio. Una foratura prima, una bomboleta
gonfia&ripara che non ha funzionato a dovere e l’uscita di una catena rallentano il
nostro già flemmatico procedere, sino a farci rischiare di dover coprire i km
previsti per 2 giorni, in un giorno soltanto.

Ma passare il confine sui Pirenei è fenomenale, appagante per gli occhi e
divertente per il gas da far scorrere nelle curve che si inerpicano sulle montagne.

L’ingresso in terra spagnola ci sorprende con una locanda per camionisti, dove con
poco saziamo anima e corpo per l’ultima gittata verso il porto.
Torniamo verso la nostra Isola sarda, carichi di km, zuppi di pioggia, ma con in più
l’esperienza dell’estote parati: dobbiamo sempre pronti a qualsiasi cosa, anche se
apparentemente troppo semplice per succedere, perché probabilmente accadrà.
Un altro viaggio in stile MotoTaccuino, altri km sotto le nostre ruote, altri sorrisi rubati e regalati in giro per il                                                       mondo, sempre e rigorosamente su due ruote!